Già diversi anni fa il prof. Gianni Proserpio, incaricato di Chimica dei prodotti cosmetici presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Torino, sottolineava gli aspetti negativi dei tensioattivi noti come “alchil solfati” del tipo appunto SLS e SLES:
“La “rivoluzione” nel campo degli shampoo si è verificata all’apparire dei detergenti con radicale solfonico e solfato ...
… Solo di recente le ricerche farmacotossicologiche ed i controlli dermatologici hanno avviato un riesame critico sul loro prolungato uso cutaneo, mettendone in evidenza i limiti fisiologici.
… Anche il parallelo studio della biodegradabilità e dei danni causati in campo ecologico dall’eccessivo consumo (in campo industriale, domestico e cosmetico)... ha ridimensionato gli entusiasmi iniziali. Sembrava agli inizi di aver trovato il detergente ideale: tanta schiuma, nessun problema con acque dure o di mare, pulizia rapida e totale. Ma ecco apparire gli aspetti negativi..
Limitandoci al solo problema cutaneo e capillare, possiamo dire che l’uso continuato di questi tensioattivi ha provocato altri problemi, forse più gravi di quelli causati dai saponi…
Essi, usati in dosi eccessive rispetto alla loro forza lavante (che è almeno quadrupla rispetto ai saponi), sgrassano troppo la pelle ed i capelli, asportando tutte le difese naturali...
Sebo, sudore, fattore idratante così eliminati non sono più in grado di proteggere l’epidermide che diviene più permeabile ai corpi estranei, a partire dallo stesso tensioattivo che penetrando nella cute provoca ulteriori danni.
Uno degli aspetti più deleteri scoperti recentemente di questi tensioattivi solfati o solfonati è la loro enzimotossicità.
Sulla pelle si svolgono infatti numerose attività enzimatiche utili alla vita ed ai processi fisiologici cutanei.
L’azione dei detergenti di sintesi le blocca e provoca a lungo andare, alterazioni profonde. Il primo e più evidente effetto è lo stato di eccessiva secchezza della pelle o l’aspetto devitalizzato dei capelli.
I dermofisiologi stanno già da qualche tempo sostenendo che è ora di smetterla con gli shampoo troppo schiumogeni, troppo concentrati e basati sugli alchilsolfati (cioè SLS e SLES - ndr).
Purtroppo è profondamente radicata nel pubblico la convinzione che più un prodotto fa schiuma più deterge e più è efficace. Occorreranno molti anni per far comprendere che una sostanza tensioattiva troppo detergente e più deleteria che utile...” (Lavarsi - i moderni concetti dell’igiene personale - prof. Proserpio - Studio Edizioni sas - Milano).
Sicuramente ci sono voluti molti anni (forse troppi) e molti studi tossicologici e allergologici prima che si cominciasse a capire la reale pericolosità di queste sostanze. Il Sodium Lauryl Sulfate (a tutt’oggi molto usato perfino nei dentifrici !) è ormai diventato uno standard di riferimento per il suo elevato potere irritativo sulla pelle e in generale sull’organismo umano.
Un recente studio condotto all’University of Georgia Medical College ha dimostrato che l’ SLS è in grado di penetrare molto facilmente attraverso la pelle e la membrana oculare,soprattutto nei bambini, causando il possibile insorgere della cataratta nella fase adulta; si deposita per lungo tempo nei tessuti cutanei e raggiunge lentamente il cervello, il cuore, il fegato, ecc.
È stato accertato che l’ SLS provoca sensibilizzazione polmonare che genera disfunzioni iperattive delle vie respiratorie e allergia polmonare accompagnate da spossatezza, malessere e dolori. I principali sintomi di esposizione possono perdurare per oltre due anni e comparire sotto l’effetto di numerosi stimoli ambientali non specifici, quali gas di scarico degli autoveicoli, profumi e fumo passivo.
Si è ormai ampiamente riscontrato che l’SLS denatura le proteine, causando danni alla pelle e agli occhi. Può reagire anche con molecole azotate dando luogo alla formazione di nitrosamine, composti questi ultimi di comprovata attività cancerogena.
L’SLES (Sodium Laureth Sulfate o Sodium Lauryl Ether Sulfate) è un derivato della combinazione dell’ SLS con l’ Ossido di Etilene, è meno penetrante, ha un maggior potere schiumogeno, ma anch’esso può reagire con vari ingredienti formando sia nitrosamine cancerogene che l’ancor più pericolosa diossina.
Recenti esperimenti in Germania hanno dimostrato che sia l’ SLS che l’ SLES, aggredendo i follicoli piliferi, possono causare la caduta precoce dei capelli. Paradossalmente li troviamo persino in shampoo cosiddetti “anticaduta”!
L’effetto irritante di questi tensioattivi sembra crescere in modo proporzionale alla loro concentrazione nei prodotti finiti. Una Commissione del Cosmetic Ingredient Review negli Stati Uniti ha recentemente stabilito che questi ingredienti non sono di per sé cancerogeni, ma già ad una concentrazione del 2%, essi possono causare alcune forme di irritazione cutanea e, più tempo rimangono a contatto con la cute, maggiore è l’intensità di tale irritazione.
Purtroppo quello che gli studiosi omettono di dire è che, nei comuni shampoo economici che si trovano in commercio, la concentrazione arriva nella stragrande maggioranza dei casi al 10% !
Essendo ingredienti assai poco costosi (tanta schiuma a basso costo), vengono utilizzati in alcuni shampoo economici a concentrazioni anche del 30%. Cosa questa che comunque il consumatore medio non è in grado di sapere a priori, perché i produttori non hanno l’obbligo di evidenziare in etichetta le percentuali quantitative degli ingredienti presenti in un prodotto cosmetico.
Lasciamo la riflessione al lettore...
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